E’ la porta del Molise per chi viene da ovest e una delle città più importanti, ricca di bellezze storico-artistiche.

VENAFRO

L’abitato è circondato da campi di ulivo, con piante secolari da cui è prodotto un olio di qualità, citato anche dai grandi scrittori latini: Varrone, Plinio il Vecchio, Strabone, Orazio, Marziale e Giovenale.

Ancora oggi la qualità della produzione è unanimemente riconosciuta e consente a Venafro di far parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.

Al periodo romano risalgono i resti dell’antico teatro e, nel complesso di edifici, da secoli chiamato “Verlasce”, è ancora riconoscibile l’antico anfiteatro, alle cui strutture originarie sono stati sovrapposti corpi di fabbrica medioevali e seicenteschi (piccole stalle con il ricovero per gli animali e gli attrezzi a piano terra e il fienile al piano superiore).

La cittadina nel corso dei secoli si è estesa seguendo il tracciato cardo-decumanico romano. 

Un esempio di questa evoluzione è via Plebiscito, popolarmente chiamata la “via per dentro”, il passaggio principale del nucleo medioevale formato da due lunghe file di botteghe a piano terra e le abitazioni ai piani superiori, e sovrapposto a un decumano romano, probabilmente il maggiore.

Da vedere i molti edifici religiosi (basilica di San Nicandro, Cattedrale, chiesa di Cristo e dell’Annunziata) e la Torre del Mercato posta di fronte alla Casa Comunale, in passato la porta principale per chi proveniva dal Sannio.

La visita di questa importante città si può concludere nello splendido scenario delle acque del fiume Volturno presso l’oasi WWF Le Mortine, dove ammirare uno suggestivo bosco idrofilo e molte specie di uccelli tra cui anatre, oche e aironi.

Castello  Pandone Venafro
Castello  Pandone  Venafro
Torre del Mercato Venafro
Castello Pandone Venafro
DA VEDERE

Castello Pandone

Nel nucleo originario è costituito da una fortificazione megalitica trasformata intorno al X secolo nel mastio quadrato longobardo.
Successivamente nel XIV secolo vennero aggiunte le tre torri circolari e una braga merlata.
Nel XV secolo con il dominio dei Pandone iniziò lo scavo di un fossato difensivo, mai terminato, e vennero realizzati nuovi ambienti che lo trasformarono in una residenza rinascimentale.

Furono aggiunti un giardino all'italiana con una piccola cappella, un loggiato e decorati gli ambienti interni. Proprio questi affreschi rappresentano la maggiore attrattiva per il visitatore.

Sulle pareti di alcune stanze del piano nobile sono raffigurati ad altezza naturale poderosi cavalli, con la sella e le eleganti bardature e dei quali è indicata la razza, il nome e l’età.

Castello   Pandone  Venafro
Castello   Pandone   Venafro

La scelta di rappresentare dei cavalli è dovuta alla passione che il signore dell’epoca Enrico Pandone nutriva per questi animali.
Alla singolarità del soggetto però si aggiunge anche l’unicità della tecnica utilizzata per la loro realizzazione.
Partendo da un veloce disegno preparatorio, la sagoma del cavallo veniva stuccata in altorilievo per esaltarne l’effetto volumetrico e poi la stessa veniva dipinta ad affresco.

Uno degli affreschi più belli è quello che si trova nella sala dei cavalli da guerra. Rappresenta il cavallo San Giorgio, donato da Enrico Pandone all’imperatore Carlo V nel 1522.

Oasi WWF Le Mortine Venafro
Oasi WWF Le Mortine  Venafro

Oasi WWF Le Mortine

L’oasi si estende per 32 ettari ed è stata istituita nel 1999.

Qui le acque del fiume Volturno penetrano in un fitto bosco idrofilo, dominato dal Salice rosso, dal Salice bianco, dal Pioppo bianco e dall’Ontano nero.
Questi alberi si specchiano nelle pozze d’acqua limpide create dal fiume, creando singolari visioni “magiche”.

Tutta l’area è collocata su alcune importanti rotte migratorie e per questo è frequentata da parte della tipica avifauna delle zone umide. Numerose sono le anatre (Germano reale, Moriglione, Fischione, Marzaiola, Alzavola, Mestolone, Moretta, Codone), rara invece è l’Oca selvatica e l’Airone rosso.
Tra i rapaci più frequenti il Nibbio bruno e la Poiana, più rari il Nibbio reale, l’Astore e lo Smeriglio.