Come altri comuni del Molise, il suo nome ha origine dalla posizione geografica. La parte antica infatti sorge su di una roccia che sovrasta una piccola area pianeggiante.

ROCCHETTA A VOLTURNO

Rocchetta alta, quasi completamente disabitata, è un borgo medievale, dominato dai ruderi del castello Battiloro e articolato in vicoletti e piccole case in pietra.
Le vecchie insegne delle botteghe, il silenzio, il colore e il profumo dell’antico rendono la visita del borgo suggestiva e quasi surreale, consentendo al visitatore di godere della sintesi perfetta tra il mosaico roccioso delle Mainarde e le sorgenti del fiume Volturno.

Assoluto il pregio ambientale del territorio che consente al paese di far parte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

È qui infine che si trovano le sorgenti del fiume Volturno, le cui acque sono limpide, ricche in particolare di trote e meta di numerosi amanti della pesca da fiume.

Rocchetta a  Volturno
DA VEDERE
Abbazia     San Vincenzo   al Volturno
CriptadiEpifanioAbbaziadisanVincenzoalVolturno

Monastero San Vincenzo al Volturno

Molte notizie sul complesso monastico si ricavano dal Chronicon Vulturnense, un codice miniato conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, secondo cui il monastero venne fondato da tre nobili beneventani, Paldo, Taso e Tato tra il VII e l’VIII secolo.

Successivamente Carlo Magno nel 787 concesse al monastero particolari privilegi, equiparandolo per importanza alle più note abbazie europee.

Il IX secolo è quello della massima espansione, ma anche della crisi.

Nella prima metà del secolo infatti l’area ospitava circa 350 monaci, dieci sono le chiese e molte sono le proprietà terriere sparse in tutta l’Italia centro-meridionale.
Poi però, prima il terremoto dell’860, poi il saccheggio da parte di un gruppo di Arabi, al servizio del duca-vescovo di Napoli Atanasio II, causarono la rovina.

Dopo secoli in cui i monaci dovettero assistere allo sfaldamento progressivo delle proprietà monastiche, nel 1699 l’area passò definitivamente sotto la giurisdizione dell'Abbazia di Montecassino.

La visita dell’area ha inizio attraversando il ponte della Zingara sul fiume Volturno.

Di fronte i resti della Chiesa Nord, con sullo sfondo l’ingresso alla Cripta di Epifanio.
La cripta ha una forma a croce greca, è coperta da una volta a botte ed è decorata da un bellissimo ciclo di affreschi, tra i più importanti della pittura altomedievale europea.

Attraversando quella che doveva essere una corte porticata con giardino, si raggiunge il refertorio, con lo splendido pavimento in laterizi, molto ben conservato.

Alle sue spalle un altro ambiente, chiamato Sala dei Profeti, per via del ciclo pittorico che raffigura dei personaggi in piedi e disposti in fila, rappresentanti i dodici profeti.

Abbazia     San Vincenzo   al Volturno
Abbazia San Vincenzo al  Volturno

Completano questa area una struttura poligonale ritenuta un lavabo collettivo dei monaci e gli spazi delle cucine.
Poco più in là è possibile vedere il complesso della basilica di San Vincenzo Maggiore, che, oltre alla basilica, comprende i resti di una serie di officine e la Cappella di Santa Restituta.

Da vedere in particolare le decorazioni pittoriche della Cripta di Giosuè.
La visita termina presso il complesso dell’Abbazia Nuova, risalente al XII secolo, ma interamente ricostruito dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale.

L’accesso alla cripta di Epifanio è limitato, pertanto è opportuno organizzare la vostra visita. Chiamateci!

Abbazia San Vincenzo   al Volturno
Abbazia San Vincenzo Maggiore Castel San Vincenzo
Abbazia San Vincenzo al Volturno